ARCIVESCOVO MONS. A. VINCENZO ZANI  stemma_mons_zani
Ricordi giovanili

Il conferimento del titolo di basilica alla chiesa parrocchiale di Pralboino è prima di tutto motivo di grande gioia per il riconoscimento di un capitolo di storia religiosa che caratterizza la comunità cristiana e civile di Pralboino e che esalta il luogo in cui è nata e maturata la fede di tante generazioni.
Questo evento, che è in qualche modo legato anche alla mia storia personale, mi suggerisce qualche considerazione e ricordo.
Anzitutto il rapporto con l’edificio sacro della parrocchia nel tempo della mia infanzia e fanciullezza. Essendo nato nella cascina Rezzano, i sacramenti dell’iniziazione cristiana mi sono stati conferiti nella
chiesa di Santa Maria degli Angeli, dove ho compiuto anche i primi passi del mio cammino di fede. Ma durante tutto il periodo del seminario, il punto di riferimento della mia vita spirituale e liturgica, soprattutto nel tempo delle vacanze, l’ho avuto nella parrocchiale di Pralboino, dove, sotto la guida dei sacerdoti e insieme agli altri seminaristi, sono stato formato al gusto per le celebrazioni liturgiche, per il canto, per la cura dell’edificio e degli arredi sacri. La chiesa parrocchiale era il luogo per la preghiera personale e per la guida delle celebrazioni in particolare nei tempi forti dell’anno liturgico.
Il secondo ricordo è indelebilmente legato alla mia ordinazione

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ordinazione sacerdotale di Don A. Vincenzo Zani nella chiesa parrocchiale di Pralboino 

sacerdotale, avvenuta nella nostra chiesa il 20 settembre 1975. All’epoca ero studente a Roma e non potevo essere ordinato nella cattedrale di Brescia con gli altri condiscepoli a giugno per la sovrapposizione dei calendari degli esami alla Pontificia Università Gregoriana. Il Vescovo Luigi Morstabilini mi disse: “Ti voglio ordinare nella tua bella chiesa parrocchiale”. Succede, tuttavia, che mentre sto facendo gli esercizi spirituali nella settimana prima dell’ordinazione, presso il Convento dei Francescani di Rezzato, un forte temporale con piogge abbondanti rovina il tetto della chiesa provocando una crepa pericolosa nell’arco sopra l’organo e il presbiterio. Don Persavalli mi telefona dicendo che l’ordinazione doveva essere sospesa, avendo l’architetto Volta dichiarato inagibile la chiesa. Si può immaginare come ho vissuto quelle giornate. Mons. Mostabilini si è assunto la responsabilità ed ha voluto comunque fare l’ordinazione, dopo la quale la chiesa è stata chiusa per quasi due anni. Fu per me una fortissima esperienza spirituale che si impresse nell’animo e lasciò il segno per tutta la vita.
Mentre ero prostrato a terra per il canto delle litanie, considerando che mi trovavo in un edificio pericolante che poteva anche crollare, mi sono offerto al Signore e al servizio della Chiesa nei vari compiti che mi sarebbero stati affidati. Il pericolo della struttura fisica dell’edificio aveva provocato in me un deciso gesto di donazione che ha sempre accompagnato il mio sacerdozio: non vivere più per me stesso, ma  abbandonarmi al progetto di Dio.
La terza considerazione consiste nel legame speciale che si è saldato con la chiesa e con la parrocchia di Pralboino durante i quarant’anni di sacerdozio.
I compiti che mi sono stati affidati nel campo educativo non mi hanno permesso di svolgere le funzioni di vice parroco o di parroco in una specifica comunità parrocchiale; per questa ragione quasi ogni anno ho potuto vivere i tempi forti del Natale e della Pasqua e altri servizi pastorali a Pralboino. Potrei quasi affermare di essere stato un po’ come clero aggiunto alla nostra parrocchia.
Il titolo di basilica alla nostra chiesa diventa un riconoscimento a tutta la comunità e al servizio pastorale che molti validi sacerdoti e collaboratori laici vi hanno svolto. Allo stesso tempo esso costituisce una grande responsabilità: quella cioè di far corrispondere all’architettura e all’arte che fanno della nostra chiesa un monumento di bellezza e di armonia, una vita di fede e di vissuto cristiano altrettanto ricco e capace di testimoniare nel mondo di oggi la bellezza e la gioia di essere cristiani.
                                                             † A. Vincenzo Zani
                                                                Arc. Titolare di Volturno
                                                                Segretario della Congregazione
                                                                per l’Educazione Cattolica

 

 

ARCIVESCOVO MONS. ANTONIO ARCARI  stemma_mons_arcari
La Basilica: esempio e testimonianza di vita di fede

Carissimo don Carlo e carissimi compaesani di Pralboino.
Desidero unirmi alla vostra gioia e al vostro ben noto fervore e amore filiale alla parrocchia, in occasione della festa per l’elevazione della nostra parrocchia di S. Andrea Apostolo alla dignità di Basilica Minore.
E’ un riconoscimento che vuole innanzitutto elogiare ed incoraggiare la profonda fede e le solide radici cristiane che ha sempre dimostrato la popolazione di Pralboino, come pure il nascosto ma prezioso e fruttifero lavoro svolto da tutti i sacerdoti che hanno prestato il loro generoso servizio nella nostra comunità parrocchiale. mons_arcari
Al tempo stesso tale riconoscimento è anche carico di responsabilità perché diventa un dovere morale per tutti noi a continuare a seguire il grande esempio e la solida testimonianza di vita cristiana dei nostri padri. In altre parole ci invita a continuare ad essere strettamente ancorati alla tradizione storicamente cristiana della nostra comunità affinché la nostra parrocchia, che è una delle più belle e grandi chiese della diocesi, continui ad essere di esempio, non solo estetico, ma soprattutto di testimonianza di vita
di fede anche per le altre comunità parrocchiali.
Purtroppo io non potrò essere fisicamente presente in mezzo a voi il 24 gennaio 2016, ma assicuro la mia strettissima vicinanza spirituale e nella preghiera nel momento in cui il Vescovo di Brescia procederà alla consacrazione dell’altare.
Con grande affetto e un grande abbraccio nel Signore a tutti voi
                                                           † Antonio Arcari
                                                            Nunzio apostolico in Costa Rica

 

MONSIGNOR NINO PREVOSTI
Domenica 24 gennaio 2016 sarà una giornata indimenticabile e sarà festa grande affinché tutti abbiano a lodare il Signore perché in quella chiesa ricevendo il Battesimo siamo diventati figli di Dio, autentici testimoni col Sacramento della Cresima e desiderosi di ricevere l’Eucaristia ricordando la Messa della nostra Prima Comunione.
E’ stato ed è per molti di noi luogo dove esperimentiamo la bontà e la misericordia di Gesù Cristo ogni volta che ci accostiamo al Sacramento della Confessione.
Portiamo in chiesa i nostri cari defunti perché i loro corpi siano benedetti in attesa della risurrezione finale.
Anch’io ringrazio il Signore, i miei genitori, i familiari, i sacerdoti che hanno svolto il loro ministero pastorale nella comunità di Pralboino. In questa chiesa sono stato battezzato; ho ricevuto la Prima comunione e il Sacramento della Cresima; ho celebrato la Prima Santa Messa il 30 giugno 1963.
A Dio, ai miei genitori, ai sacerdoti che mi hanno aiutato a diventare cristiano, a tutti coloro che mi hanno insegnato a rispondere ai disegni di Dio nella mia vita, dico un “grosso grazie” e per tutti mando la benedizione del Signore.
                                                                  Mons. Nino Prevosti

 

DON MARIO ROSSETTI

I templi sono luoghi di preghiera, dove il popolo di Dio si raduna per ascoltare la sua Parola, celebrare l’eucaristia e ravvivare la fede nel Cristo risorto. Il secolo XVIII ha visto tante comunità cristiane pronte a dotarsi di magnifici templi, mentre una  comunità viva e numerosa come quella di Pralboino doveva accontentarsi di celebrare le varie liturgie in una chiesa piccola e fatiscente, sempre più inadatta a contenere i fedeli.
Ci vollero così il coraggio e l’intraprendenza di un prevosto, don Giovanni Maria Treccani, nativo di  Montichiari. Egli, confidando nella provvidenza divina e nella generosità dei pralboinesi, fece abbattere  il vecchio tempio e, sullo stesso terreno, avviare la costruzione della nuova parrocchiale, il cui titolare è sant’Andrea apostolo. Un tempio solenne e maestoso, con nove altari e con numerosi dipinti di pittori famosi, come Alessandro Bonvicino, detto il Moretto, e Sante Cattaneo.
Una domenica sera, nell’estate 2014, arriva a Pralboino Vittorio Sgarbi, noto critico d’arte. Desidera visitare la parrocchiale e ammirare soprattutto i dipinti del Moretto, in particolare la pala dell’altare posto di fronte a quello di san Flaviano, che ritrae la Vergine in trono col Bambino e i santi Giuseppe e Francesco d’Assisi, rispettivamente a destra e a sinistra della Madonna, e sotto (da sinistra) san Girolamo, Lodovico d’Angiò, Antonio da Padova, Chiara d’Assisi e, inginocchiato, il committente
Umberto Gambara.
Anche gli altri altari presentano  dipinti di autori famosi.
Un tempio, quindi, meritevole di diventare basilica.
La Santa Sede, con decreto dell’8 settembre 2015, ha riconosciuto alla nostra parrocchiale lo splendore e la grandiosità meritevoli del titolo.
Sono 30 anni che faccio servizio religioso in questo maestoso edificio sacro. Arrivai a Pralboino il 5 novembre 1951, dopo la tragica morte di don Peppino Berta e rimasi come curato fino al 31 luglio 1966.
Andai a Carpenedolo per 34 anni come arciprete. Nel 2000 ritornai a
Pralboino come sacerdote pensionato, ma sempre pronto a dare un aiuto religioso a tutti.
A conclusione dico ai Pralboinesi: siate orgogliosi di una parrocchiale diventata basilica; ma questo orgoglio diventi anche impegno di vita cristiana e di fede più sentita e partecipe.
                                                                  Don Mario Rossetti