Emblema pontificio: le chiavi decussate
La elevazione di una chiesa a basilica romana minore dà la possibilità di utilizzare l’emblema pontificio, che manifesta anche visivamente il legame tra la basilica minore e il successore di S.Pietro. Tale emblema, cioè le chiavi decussate o incrociate, può essere usato nei vessilli, nella suppellettile, nel sigillo della Basilica.
La simbologia è attinta dal Vangelo ed è rappresentata dalle chiavi consegnate da Cristo all’Apostolo Pietro.

Chiavi incrociate (decussate) sormontate del triregno in campo rosso
Le due chiavi sono in croce di S. Andrea, una d’oro e l’altra d’argento, con i congegni in alto e rivolti verso i lati. Dalle impugnature pendono due cordoni con fiocchi generalmente rossi, oppure azzurri.
Le due chiavi vengono sormontate dalla tiara o triregno. Dal triregno pendono due infule (nastri) caricate ciascuna da una crocetta in evidenza.
Le chiavi ordinariamente hanno i congegni posti in alto, rivolti a destra e a sinistra, e solitamente traforati a forma di croce, non per la meccanica propria della serratura, ma come simbolo religioso. Le impugnature variano secondo il gusto artistico, dal gotico al barocco.
Dal secolo XIV le due chiavi, poste in decusso, sono insegna ufficiale della Santa Sede. Quella d’oro, a destra, allude al potere sul regno dei cieli, quella d’argento, a sinistra, indica l’autorità spirituale del papato in terra. I congegni sono in alto, ovvero verso il cielo e le impugnature in basso, ovvero nelle mani del Vicario di Cristo. Il cordone con fiocchi che unisce le impugnature allude al legame dei due poteri